giovedì 20 agosto 2015

221. Henry

«Questa è, di fatto, la definizione di una rivoluzione pacifica, se una simile rivoluzione è possibile. Se l'esattore delle tasse, od ogni altro pubblico ufficiale, mi chiede, come uno ha fatto, "Ma cosa devo fare?" la mia risposta è, "Se vuoi davvero fare qualcosa, rassegna le dimissioni". Quando il suddito si è rifiutato di obbedire, e l'ufficiale ha rassegnato le proprie dimissioni dall'incarico, allora la rivoluzione è compiuta. »
(Henry David Thoreau, "Disobbedienza civile")

Henry David Thoreau (Concord, 12 luglio 1817 – Concord, 6 maggio 1862) fu uno dei membri principali della corrente del "trascendentalism"o ed è principalmente noto per lo scritto autobiografico "Walden, ovvero La vita nei boschi", una riflessione sul rapporto dell'uomo con la natura, e per il saggio "Disobbedienza civile", in cui sostiene che è ammissibile non rispettare le leggi quando esse vanno contro la coscienza e i diritti dell'uomo. 
Nato in una famiglia modesta, si laureò all'Università di Harvard nel 1837. Il suo riformismo partiva dall'individuo, prima che dalla collettività, e difendeva uno stile di vita in profondo contatto con la natura.
La morte del fratello John, avvenuta nel 1842, fu per lui un grande dolore. La scrittura del libro-diario "Una settimana sui fiumi Concord e Merrimack" (1839–1849) lo aiutò nel suo tentativo di superare la perdita del fratello e di tenerne viva la memoria.
Nel 1845, per sperimentare una vita semplice e come forma di protesta contro il sistema, si stabilì in una piccola capanna da lui stesso costruita presso il lago di Walden (Walden Pond), nei pressi di Concord (Massachusetts). Qui poté dedicarsi a tempo pieno alla scrittura e all'osservazione della natura. Dopo due anni, nel 1847, lasciò il lago di Walden per tornare a vivere con la sua famiglia a Concord.
Nel 1846 Thoreau rifiutò di pagare la tassa (poll-tax) che il governo imponeva per finanziare la guerra schiavista al Messico, da lui giudicata moralmente ingiusta e contraria ai principi di libertà, dignità e uguaglianza degli Stati Uniti. Per questo fu incarcerato per una notte e liberato il giorno successivo quando, tra le sue vibrate proteste, sua zia pagò la tassa per lui.

«Per sei anni non ho pagato la ‘‘poll-tax’’. Una volta per questo fui imprigionato, per una notte; e, mentre stavo lì ad esaminare i muri di pietra massiccia, spessi due o tre piedi, la porta di legno e ferro spessa un piede e le grate di ferro dalle quali filtrava la luce, non potevo fare a meno di rimanere colpito dall’assurdità di quell’istituzione che mi trattava come fossi semplice carne e sangue e ossa, da mettere sotto chiave. Mi stupivo che esso avesse concluso alla fine che quello fosse il migliore uso che poteva fare di me, e che non avesse mai pensato di avvalersi in qualche maniera dei miei servigi. Compresi che, se c’era un muro di pietra fra me e i miei concittadini, ce n’era uno ancora più difficile da scalare o rompere prima che essi potessero arrivare ad essere liberi come lo ero io. Non mi sentii segregato neppure per un attimo, e quel muro mi apparve solo un grosso spreco di pietra e di malta. Mi sentivo come se io solo, tra tutti i miei concittadini, avessi pagato la mia tassa. Chiaramente essi non sapevano come trattarmi, ma si comportavano come persone rozze. In ogni minaccia e in ogni lusinga vi era grossolanità, poiché essi erano convinti che il mio più grande desiderio fosse quello di trovarmi dall’altra parte di quel muro di pietra. Non potevo evitare di sorridere nel vedere con quanta industriosità chiudessero la porta in faccia alle mie riflessioni, che li seguivano fuori senza alcun impedimento peraltro, e che costituivano l’unico vero pericolo. Poiché non potevano raggiungere me, avevano deciso di punire il mio corpo; si comportavano come certi bambini che, quando non possono arrivare a qualcuno per il quale nutrono risentimento, finiscono per maltrattarne il cane. Capii anche che lo Stato era un idiota, un timorato al pari di una donnina nubile in mezzo all'argenteria, incapace di distinguere i suoi amici dai suoi nemici, e così finii col perdere del tutto il rispetto che m’era rimasto nei suoi confronti, e lo compatii.  Lo Stato, dunque, non si misura mai direttamente con la sensibilità d’un uomo, intellettuale o morale, ma solo con il suo corpo, con i suoi sensi. Esso non è dotato d’intelligenza o onestà superiore, ma solo di superiore forza fisica.»
(da "Disobbedienza civile")

Morì di tubercolosi nel 1862 a Concord, la sua città natale, e fu sepolto sotto una piccola semplice lapide con su scritto solo "Henry" nel cimitero di Sleepy Hollow a Concord (da non confondere con l'omonimo cimitero di New York).
La sua tomba viene visitata da tantissime persone, che lasciano fiori, monete, matite, penne, biglietti e piccoli regali, per rendere omaggio ad una delle "menti filosofiche più sottovalutate che l'America abbia prodotto".

« Non mi interessa seguire il percorso del mio dollaro (ammesso ch'io possa farlo, finché questo non compra un uomo, o un moschetto con il quale sparare a qualcuno, il dollaro è innocente), ma mi preoccupo di seguire gli effetti della mia obbedienza. »
(da "Disobbedienza civile")





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