venerdì 17 luglio 2015

64. "Mercy Lena Brown, sei un vampiro?"

"Il 17 gennaio, la nostra amata Mercy è andata ad incontrare Gesù e ad unirsi alla madre e alla sorella in paradiso ...
Il funerale si terrà presso il cimitero di Chestnut Hill in primavera, quando le condizioni saranno adatte ad una degna sepoltura ..."
Si tratta di uno dei racconti di vampiri più famosi d'America. E' la storia di una famiglia rurale della fine del XIX secolo nel New England, che dopo aver sofferto tragedia dopo tragedia, si auto accusò di vampirismo nel futile tentativo di contrastare la calamità. Si registrarono dodici casi vampirismo in quella regione, durante il 1800, ma la leggenda di Mercy Brown è la più nota di tutte.
La tubercolosi dilagava freneticamente in quei tempi difficili, spesso uccidendo intere famiglie nel giro di pochi mesi. Non c'era alcun modo di sapere che tante morti erano causate da un virus e queste ondate di morti spaventavano le famiglie e gli individui, costringendoli a rivolgersi alla superstizione e al soprannaturale nel tentativo di arginare la marcia costante della morte verso la propria porta di casa. A quel tempo, molti credevano che la tubercolosi ("consunzione" la chiamavano alllora) fosse causato dagli attacchi dei non morti - vampiri - membri della famiglia defunti, che erano tornati dalla tomba per bere il sangue dei loro cari.
I Brown erano una famiglia contadina che viveva nella piccola città di Exeter, a Rhode Island, ed era formata dal padre George, dalla madre di Mary Eliza, una figlia di nome Mary Olive, un figlio chiamato Edwin e altre due bambine, oltre alla figlia Mercy Lena. La tragedia colpì la famiglia per la prima volta quando Mary Eliza perse la vita a causa della malattia, l'8 dicembre del 1883. Sei mesi dopo, la "consunzione" reclamò la vita della figlia Mary Olive, il 6 giugno del 1883. Aveva 20 anni.
All'inizio decennio successivo, l'unico figlio noto della famiglia Brown, Edwin (24 anni), contrasse la malattia. Nel disperato tentativo di trovare una cura per la sua progenie, George T. Brown lo portò ad ovest, a Colorado Springs, dove il giovane parve fare dei progressi nel recupero della propria salute.
Ma mentre padre e figlio erano assenti, la malattia continuava a loro insaputa a devastare la famiglia e il 17 gennaio 1892 Mercy, il cui desiderio più grande era sempre stato quello di sposarsi e mettere su famiglia, si arrese alla malattia.
A causa dell'inverno rigido, non si poté scavare una fosse per seppellire la giovane e il suo corpo venne messo momentaneamente in una cripta in attesa che fosse possibile, con l'arrivo della primavera, darle una degna sepoltura - una pratica comune a quel tempo.
Quando padre e figlio tornarono a Exeter, le condizioni di Edwin cominciarono a peggiorare nuovamente. Secondo una leggenda, il giovane, ormai morente, affermò che una notte la defunta Mercy gli si era seduta sul petto, cercando di succhiargli la vita che gli restava.
Allo stesso tempo, delle voci avevano cominciato a circolare tra gli abitanti del posto e le segnalazioni degli avvistamenti di Mercy si stavano moltiplicando. Alcuni affermarono di averla vista passeggiare tra le tombe del cimitero; altri l'avevano vista aggirarsi per i terreni agricoli locali. Gli abitanti del luogo si convinsero che Mercy Brown fosse un vampiro, una non morta tornata dalla tomba per rivendicare la vita di tutta la sua famiglia!
Il martellare costante delle chiacchiere della popolazione costrinse George T. Brown a prendere misure drastiche. Avrebbe scoperto se Mercy era davvero un vampiro e, in tal caso, avrebbe fatto quello che era necessario per salvare Edwin e il resto della sua famiglia. Dopo aver chiesto l'assistenza di un medico della vicina Wickford, conosciuto come Dottor Harold Metcalf, Brown cominciò ad esaminare i corpi: in primo luogo, quelli della moglie Mary Eliza e della figlia Mary Olive, e poi quello di Mercy, che non era ancora stato sotterrato e si trovava ancora nella cripta.
Dopo aver scavato le tombe di madre e figlia, si stabilì che nessuna delle due era un vampiro, perché entrambi i corpi erano in decomposizione come ci si sarebbe aspettati. Ma quando George e il dottor Metcalf aprirono la cripta per controllare i resti di Mercy, rimasero senza fiato: non solo il corpo aveva cambiato posizione dentro la bara, ma il suo viso era roseo, la pelle perfettamente intatta e, soprattutto, le unghie e i capelli avevano continuato a crescere. Ovviamente, la sfortunata Mercy Lena Brown era un vampiro determinata a sterminare tutta la sua famiglia!
Seppur terrorizzati, gli uomini sapevano bene cosa doveva essere fatto. E così, tagliarono rapidamente il corpo di Mercy ed esaminarono i suoi organi, organi che ancora grondavano sangue fresco! Per garantire che non sarebbe mai più uscita dalla tomba, bruciarono il suo cuore su una roccia vicina e diedero da mangiare le ceneri a Edwin. A quei tempi, si credeva che il consumo di ceneri di vampiro potesse porre fine alla maledizione. Nel caso del giovane Edwin, però, non funzionò, e poco dopo morì.
A Mercy Brown fu presto data degna sepoltura e ancora oggi riposa sotto una lapide col suo nome. Si trova nel cimitero di Chestnut Hill, ad Exeter, insieme ad altri suoi familiari.
E' facile far passare le sfortunate circostanze che coinvolsero Mercy Brown come una semplice mancanza di conoscenze mediche. Eppure, ancora oggi, c'è chi dice che a volte, quando cala il buio, si può vedere la sua figura spettrale far visita al suo ultimo luogo di riposo. Per i più avventurosi, c'è anche una versione della leggenda che dice di bussare per 3 volte sulla sua lapide e chiedere "Mercy Lena Brown, sei un vampiro?". E Mercy vi apparirà e vi parlerà.
Qualunque sia la verità, la tomba di Mercy Lena Brown continua ad attrarre visitatori. Il suo nome e la leggenda continuano così a sopravvivere nel corso dei secoli.








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