venerdì 17 luglio 2015

41. I "salvamorti"

Gli studenti di medicina del Regno Unito si ritrovarono nel XIX secolo di fronte ad un problema. Erano stati abituati ad usare i cadaveri dei criminali giustiziati per studiare anatomia. L'uso dei corpi dei condannati per scoprire i segreti dell'anatomia umana risale al 4° secolo a.C., quando ad Erofilo e Erasistrato di Alessandria venne dato il permesso di effettuare la vivisezione. I tempi, però, erano cambiati e i criminali vennero in séguito sezionati solo dopo l'esecuzione. Ma c'era un problema...
La pene per le malefatte commesse erano diventate più clementi e questo aveva fatto sì che solo una cinquantina di persone l'anno venissero ormai condannate a morte. Tuttavia, la crescente professione medica, comportava una domanda annuale di corpi da sezionare che superava di dieci volte quel numero. Nacque quindi un commercio fiorente e storicamente infame, quello dei cadaveri. Come conseguenza, le persone in lutto per la perdita di una persona cara svilupparono presto un sistema per contrastare questo nuovo fenomeno: il mortsafe (che potremmo tradurre come il "salvamorto"), ovvero come proteggere i vostri cari dai ladri di cadaveri.
Il primo mortsafe è stato fatto intorno al 1816.
Il mortsafe era geniale: un complesso di tondini di ferro e piastre ben piantati nel terreno che formavano una sorta di solida gabbia sulla tomba. Una volta scavata la fossa, la bara veniva collocata su una piastra. La piastra aveva alcuni fori lungo i bordi dove venivano passate delle barre di ferro. Poi veniva messa in cima un'altra lastra (o di pietra o di ferro). La bara, a questo punto, era stata letteralmente messa in una gabbia sigillata e i morti potevano marcire in pace.
Benché questa misura potesse sembrare esagerata, in realtà c'è da dire che i tombaroli erano furbi e disposti a spingersi oltre ogni limite per recuperare un cadavere dalla bara. Non era una cosa affatto semplice intrufolarsi furtivamente in un cimitero e scavare fino al defunto nel cuore della notte (oltre al fatto che molti cimiteri avevano delle torri di guardia per avvistare eventuali malfattori). Un metodo comunemente usato era quello di scavare un tombino a circa sei metri di distanza dalla tomba per poi cominciare a scavare un tunnel fino alla bara, la bara veniva poi presa per un'estremità e il corpo trascinato fuori attraverso il cunicolo. In questo modo, nessuno avrebbe notato che la tomba era stataprofanata, perché in effetti sembrava inviolata, almeno da quello che si poteva vedere in superficie. Questo modo di intrufolarsi nelle tombe è dimostrato dalle tante bare vuote rinvenute nel XX secolo.
Non ci sono molti "salvamorti" esistenti, ma per un motivo ben preciso, e cioè che, essendo riutilizzabili, non ne erano necessari tanti. Le diverse chiavi necessarie per aprire le serrature erano custodite da due persone differenti, in modo che nessuno dei due potesse sbloccare il mortsafe senza l'altro. Dopo un periodo di 5-6 settimane, il corpo dentro la bara avrebbe raggiunto uno stato di decomposizione tale da non essere più di alcuna utilità per nessuno studioso di anatomia. Il mortsafe poteva quindi essere utilizzato per la prossima tomba fresca, a patto, naturalmente, che la famiglia del defunto fosse disposta a pagare la tassa.
Le chiese acquistavano i "salvamorti" e poi li affittavano alle famiglie in lutto, guadagnandoci su. Per evitare le tasse esorbitanti che spesso gli ecclesiastici senza scrupoli riscuotevano, si formarono delle associazioni disposte a comprare i "salvamorti": chi avesse aderito a queste società, avrebbe quindi potuto usufruire di un mortsafe quando necessario e ad un prezzo minimo. Anche i non soci potevano usare i "salvamorti" di una società, ma, ovviamente, il prezzo sarebbe stato diverso. Se c'era una cosa che i vittoriani sapevano fare era trarre un profitto ogni volta che se ne presentava l'occasione.
Il periodo dei "salvamorti" durò un paio di decenni, finché il governo approvò la legge di Anatomia del 1832, che permise di utilizzare nella ricerca anatomica i corpi non reclamati o quelli donati spontaneamente pre o post-mortem. Questo pose fine al commercio dei cadaveri trafugati. La maggior parte dei "salvamorti" vennero riciclati o utilizzati per altri scopi, alcuni vennero usati come panchine, con un cespuglio sopra. I morti potevano finalmente riposare in pace e il mortsafe aveva fatto il suo lavoro. Ne resta ancora qualcuno sopra a qualche tomba, rimasto dov'era stato collocato in origine: un curioso ricordo del periodo d'oro dei tombaroli britannici.











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