lunedì 17 agosto 2015

214. Il suo cuore appartiene all'Africa

C'era una volta un uomo, un grande uomo di origine scozzese, che avrebbe cambiato per sempre la visione del mondo sull'Africa. Un uomo così importante per gli africani, che alla sua morte essi cercaronono di tenersi il suo corpo. Fu con  molta costernazione ed amarezza che gli abitanti videro invece la sua salma partire per la Gran Bretagna. Ma la Gran Bretagna avrebbe saputo solo più tardi, dopo aver trovato una nota, che il Capo del popolo di Chitambo si era tenuto il suo cuore.
Ma chi è questo uomo?
David Livingstone nacque  il 19 marzo del 1813 nel villaggio di Blantyre, nella regione scozzese del Lanarkshire del sud, e diventò uno dei più grandi eroi nazionali della Gran Bretagna vittoriana. Suo padre, Neil, era un uomo molto religioso ed era molto diffidente verso i libri di scienza che piacevano a David, così lo costringeva a leggere libri di teologia.
David frequentò la facoltà di medicina e teologia a Glasgow e nel 1838 entrò nella Società Missionaria di Londra con il desiderio di trasferirsi in Cina, ma non poté realizzare questo suo sogno a causa della guerra dell'oppio che imperversava in quel paese. Divenne comunque un missionario e nel 1840 incontrò Robert Moffat, un missionario africano in congedo, che lo influenzò fortemente coi suoi racconti di quella terra tormentata dalla schiavitù e "il fumo di mille villaggi, dove nessun missionario era mai stato." E così, il 17 novembre 1840, Livingstone partì per il Sud Africa come medico missionario.
Nel 1844 si sposò con Mary Moffat, figlia di Robert, che rimase con lui in Africa per alcuni anni, per poi ritornare in Inghilterra coi figli.
Dopo aver trascorso dieci anni a fare il missionario con la moglie nella parte meridionale dell'Africa, Livingstone si accorse di non essere un buon missionario: la sua nuova vocazione era quella dell'esploratore. Iniziò quindi ad esplorare nuove aree note come come "cimiteri dell'uomo bianco", perché tutti gli uomini bianchi che vi si avventuravano non tornavano più indietro. Partì quindi dalla costa occidentale, determinato ad arrivare fino alla costa orientale dell'Africa. Fu durante questa esplorazione, nel 1855, che trovò le più grandi cascate l'uomo conosca: le chiamò Cascate Vittoria (Victoria Falls).
Nel 1857, la London Missionary Society intimò a Livingstone di concentrarsi maggiormente sulle conversioni e sul suo lavoro come missionario, piuttosto che sull'esplorazione. David, a quel punto, si dimise e cercò finanziamenti altrove. L'anno seguente, nel 1858, la Royal Geographical Society rimandò Livingstone in Africa per trovare la sorgente del fiume Nilo. Livingstone trascorse sette anni a cercare la sorgente, ma non ebbe fortuna.
 Mary, la moglie di Livingston, morì il 27 aprile 1862 di malaria cerebrale, ma Livingstone continuò le sue esplorazioni ed infine, nel 1864, la Royal Geographical Society tagliò i fondi di Livingstone e lo riportò in Gran Bretagna. Mentre cercavano la sorgente, David e il suo equipaggio trovarono molte specie sconosciute di piante, dando un grande contributo alle istituzioni scientifiche inglesi.
La spedizione fu considerata un fallimento da molti giornali britannici del tempo e Livingstone ebbe grosse difficoltà a raccogliere fondi per esplorare ulteriormente l'Africa.
Nel gennaio del 1866, David, che era riuscito a racimolare dei finanziamenti privati, ​​ tornò in Africa per tentare nuovamente di trovare la sorgente del Nilo. Nel marzo 1866 Livingstone tornò in Africa, a Zanzibar, da dove cominciò a cercare la sorgente del Nilo. Richard Francis Burton, John Hanning Speke e Samuel Baker avevano in precedenza e quasi correttamente identificato sia il lago Alberto sia il lago Vittoria come sorgenti, ma la questione era ancora dibattuta. Nel cercare la sorgente del Nilo, Livingstone si spinse in realtà troppo ad ovest, fino a raggiungere il fiume Lualaba, che altro non è che la parte iniziale del fiume Congo, ma che egli erroneamente considerò essere il Nilo.
Solo uno dei suoi 44 dispacci arrivò fino a Zanzibar.
Nel 1869, su richiesta del New York Herald, il giornalista Henry Morton Stanley partì alla ricerca di Livingstone e lo trovò nella città di Ujiji, sulle sponde del lago Tanganica, il 10 novembre 1871. Questo episodio è rimasto famoso per le parole con le quali si dice che Stanley abbia la prima volta salutato Livingstone: "Dr. Livingstone, I presume" ("Il dottor Livingstone, suppongo."). Erano gli unici due europei in Africa nel raggio di centinaia di chilometri e si salutarono come se si vedessero ad un ricevimento. Un episodio riportato in seguito più volte come esempio di quanto la formale e seria morale vittoriana fosse compenetrata e assimilata nel popolo inglese.
Stanley si unì a Livingstone e per un anno continuarono insieme ad esplorare il nord del Tanganica, poi Stanley partì. A dispetto delle sollecitazioni di Stanley, che lo pregò di tornare in Gran Bretagna con lui, Livingstone era determinato a non lasciare l'Africa fino a quando la sua missione non fosse stata completata, ma il 1 ° maggio del 1873 morì in Zambia di malaria e per una emorragia interna causata dalla dissenteria. Il suo corpo, portato per oltre mille miglia dai suoi leali assistenti Chumah e Susi fino a Zanzibar, ritornò in Inghilterra per essere sepolto nell'Abbazia di Westminster; il suo cuore venne invece sepolto nel luogo dov'era morto, sul Lago Bangweulu, a Chitambo, sotto ad un albero da frutto chiamato 'mupundu'.
Sul suo corpo, il villaggio di Ulala mise un messaggio che diceva: "Potete avere il suo corpo, ma il suo cuore appartiene all'Africa!". 
Il Dr. Livingstone giocò un ruolo di primo piano nella diffusione del cristianesimo in Africa, fece molte scoperte geografiche e fu determinante nel porre fine alla schiavitù in ​​Africa. Prima di Livingstone, le regioni e i dettagli riguardanti la maggior parte dell'Africa erano sconosciuti. La mappa africana era una grande tela bianca. Grazie alle sue esplorazioni, vennero collocati sulla mappa tanti luoghi fino ad allora ignoti: le Cascate Vittoria, il Lago Ngami, il Lago Malawi, il Lago Bangweulu, il Lago Tanganica e il Lago Mweru. Per quanto riguarda la tratta degli schiavi, non David non poté vedere i frutti del suo lavoro, ma mentre era ancora in vita chiese aiuto alla Camera dei Comuni per fermare i mercanti di schiavi. Un mese dopo la sua morte, la Gran Bretagna minacciò un blocco navale che costrinse il sultano arabo a chiudere il mercato degli schiavi africani.
Il David Livingstone Memorial segna oggi il punto in cui il famoso esploratore del 19 ° secolo è morto. Il monumento di pietra si trova a 35 km a nord del Parco Nazionale Kasanka, nel paese di Chitambo, e segna il punto in cui si trovava l'albero 'mupundu',  ai piedi del quale venne sepolto il cuore di David Livingstone. Quando l'albero morì, venne abbattuto da una spedizione britannica, che lo portò alla Royal Geographic Society di Londra, dove è ancora oggi in mostra.







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