venerdì 17 luglio 2015

42. La Milagrosa

Più simile a un parco che a un camposanto, la Necropolis Cristobal Colon è il cimitero più importante di Cuba ed il terzo al mondo. Il cimitero, costruito tra il 1871 e il 1886, si estende su una superficie di 55 ettari ed è stato progettato dall’architetto spagnolo Calixto de Loira.
Esso è strutturato come una metropoli per i defunti, disposto a griglia rettangolare e diviso in calles e avenidas con al centro la Cappella Centrale.
La Necrópolis ospita le tombe (quasi un milione), i monumenti e le statue di molti artisti cubani e martiri della rivoluzione, sepolte qui dal 1868 fino ad oggi. Pur essendo una specie di museo di arte funeraria e dichiarato monumento nazionale, questo è il cimitero di tutti e per tutti i cittadini che vi entrano per visitare i propri defunti o solo per passeggiare. Il cimitero è visitabile in coco taxi.
Il cimitero è un vero e proprio monumento che ha l’onore di essere il solo in America dedicato al Grande Navigatore che la scopri.
Nel cimitero, inaugurato a fine '800 sui campi coltivati a verdura dagli immigrati cinesi nei boschi intorno al Vedado, l'idea della morte sembra lontanissima. Oltrepassato l'Arco di Trionfo, si resta quasi accecati dall'abbacinante chiarore delle tombe, esaltato dall'azzurro del cielo. Le cappelle sembrano un modellino dei palazzi sontuosi dell'Avana coloniale con archi, colonne, monumenti funebri in marmo di Carrara e granito, figure alate, cherubini che fanno di questo campo santo non soltanto il più grande delle Americhe, ma anche il più interessante sul piano artistico. Farsi seppellire qui, nel cimitero dedicato a Cristoforo Colombo, era infatti motivo di vanto per le più agiate famiglie della città habanera che sceglievano sculture degne di un museo europeo per fare una scolta leggiadra ai propri cari.
Sono molte le storie romantiche, i miti e le leggende che riguardano questo camposanto dove il lutto e il dolore si mescolano con l’amore e la speranza.
La tomba più popolare e più visitata è quella di Ameilia Goyri de la Hoz, una gran dama nota oggi come La Milagrosa (la miracolosa).
Non ci sono fiori, forse perché costano troppo, sulle tombe del cimitero di Colon, tranne che su quella di Amelia Goyri de la Hoz, fiori di ogni colore, ma anche giocattoli, scarpe da ballo, fotografie, corredi per battesimi.
Sono doni lasciati dai devoti al "culto" della Milagrosa che giungono a centinaia, ogni giorno, per chiedere una grazia o omaggiare la protettrice delle giovani madri e delle puerpere per averla ricevuta e si inginocchiano sulla tomba di questa giovane donna morta nel 1903 a soli 23 anni. Prima che cali l'oscurità, poi, le suore di Madre Teresa di Calcutta in corteo vengono a raccogliere tutti i regali e le offerte per donarli agli orfani de l'Avana, compiendo un rituale ben preciso: bisogna girare intorno alla tomba in senso antiorario, depositare fiori freschi e allontanarsi camminando all'indietro, tenendo lo sguardo fisso sulla statua che raffigura la donna col bimbo in grembo, senza mai girarle le spalle. Eppure fu proprio questa fama di cui era probabilmente geloso, lui che non voleva dividere con nessuno il culto per la sua adorata compagna, a far morire di crepacuore il marito di Amelia dopo che per tanti anni, tutte le mattine, si recava al sepolcro della moglie, la svegliava battendo il bastone sulla tomba, e trascorreva l'intera giornata a parlarle. Josè Vicente volle seppellire la sua amata Amelia insieme al figlioletto morto pochi giorni prima nella tomba offerta dalla famiglia dell'amico Gaspar Betancourt in sfregio ai marchesi Balboa, i genitori di Amelia, che si erano tenacemente opposti al matrimonio.
La donna fu seppellita con il bambino morto ai suoi piedi, ma la leggenda dice che aprendo la tomba dopo un certo tempo, si vide che il bambino si trovava tra le braccia della madre.
L’infelice vedovo José Vicente impazzì di dolore e ogni giorno, di pomeriggio, andava al cimitero e colpiva la lapide di bronzo, gridando: “Amelia svegliati, Amelia svegliati!”
E lo fece ogni giorno sino a quando morì, 17 anni dopo.
Questa storia di sofferenze ha fatto della dama romantica un’icona oggetto di venerazione. Ad oggi, la statua della Milagrosa compete con quelle dei santi e delle vergini della religione cattolica e yoruba.
La Milagrosa riceve fiori e invocazioni più di altre figure sacre, mentre le autorità della chiesa cubana stanno a guardare perplesse e tacciono.
Decine di persone vanno dalla Milagrosa a chiedere protezione, figli o aiuto nelle faccende amorose. Il cerimoniale, da sempre, vuole che si colpisca la lapide come faceva il povero vedovo. Andandosene, i visitatori camminano all’indietro per non voltarle le spalle.
Passeggiando per la Necropoli s’incontra anche un monumento funebre che non si può non notare, perchè vi si legge: “Buon viandante, non pensare al mondo ingrato per qualche attimo e dedica un pensiero d’amore e di pace a questi due esseri ai quali il destino rubò la felicità sulla terra e i cui resti mortali riposano per sempre in questa tomba compiendo un sacro giuramento”.
Questa è la “Tomba dell’amore”, dove Margherita fu sepolta e dove il vedovo Modesto andava a suonare il violino per lei e alla morte di Modesto i figli mantennero la tradizione dei concerti davanti alla tomba dei genitori.









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