venerdì 17 luglio 2015

76. La tomba nel parcheggio

Se siete a Traralgon, e vi fate una passeggiata nel parcheggio Repco su Princes Street, troverete una piccola tomba nascosta tra le auto. Questa tomba è tutto ciò che resta del cimitero originale di Traralgon e la storia della bambina i cui resti sono sepolti lì racconta delle difficoltà della vita coloniale.
Traralgon è una città che si trova ad est della Latrobe Valley, a Gippsland, nella regione Victoria (Australia). Nel 1860, era un posto molto piccolo. Gran parte della popolazione autoctona era stata decimata dal vaiolo e c'erano solo otto uomini bianchi che vivevano nella zona, presumibilmente con le loro famiglie. La ferrovia non era ancora stata aperta e la città era semplicemente un posto di passaggio sulla strada che portava ai giacimenti auriferi di Walhalla, Jordan e Omeo. In questa piccola comunità arrivò il poliziotto William Sydney O'Brien Smyth. Il suo quartiere andava da Dargo alla costa e da Rosedale a Shady Creek (Warragul).
William veniva da Dublino ed era legato ad una famiglia molto ripettata, i Geoghegan, oltre ad essere imparentato con Frederick Leopold Smyth, che nel 1866, 1868 e 1877 era stato il rappresentante del North Gippsland District.
William si era unito alle forze di polizia nel 1853, quando dilagava la febbrile corsa all'oro. Nel 1859 aveva lasciato per fare il locandiere a Castlemaine e successivamente intraprese la carriera di ingegnere a Richmond. Nel 1859 sposò Mary Sharry e nel 1860 nacque il suo primo figlio, Thomas Sydney. Thomas morì quello stesso anno, ma poco dopo nacque un altro figlio, William. Poi arrivarono Sarah Catherine, Helena Maria e Mary Ann. Uno dopo l'altro, tutti i bambini morirono. All'inizio del 1863, l'unica figlia ancora in vita era la piccola Mary Ann. William, Mary e Mary Ann si trasferirono a Traralgon, nella piccola stazione di polizia a Franklin street. Quello stesso anno, Mary Ann seguì i suoi fratelli e le sue sorelle e la vita di William e Mary fu nuovamente sconvolta dall'ennesima perdita.
Gli Smyth seppellirono Mary Ann nel cimitero di Traralgon, che si trovava in prossimità della stazione ferroviaria. Nel 1877, durante la costruzione della ferrovia, molte delle tombe vennero spostate nel nuovo cimitero su Tyers road, ma a William venne permesso di lasciare la piccola Mary Ann dove si trovava. William costruì una staccionata bianca intorno alla tomba e scelse di lasciarla lì.
Nel 1871 William si dimise dalla polizia per andare alle isole Fiji, ma nel 1872 era già tornato e si era stabilito a Malmsbury. William e Mary avevano avuto altri figli. Nel 1868 Mary diede alla luce Emily Mary e nel 1870 Helena Ada Kate. Nel 1872 nacque un'altra figlia e anche a lei venne dato il nome di Helena Ada Kate; nel 1874 nacque Lucy Maude, nel 1877 arrivò Thomas Sydney William e infine, nel 1878, Oresty Leopold. Anche questi bambini morirono, tutti eccetto Helena Ada Kate (la seconda) e Emily Mary, che vissero per oltre 70 anni.
La morte dei bambini non era un evento insolito nella Victoria coloniale. Verso la seconda metà del 1800 la popolazione di Victoria registrò un boom di nascite ma le abitazioni e le condizioni sanitarie erano ancora precarie. La regione venne colpita da epidemie di vaiolo, tifo, morbillo, influenza e scarlattina. I bambini e la popolazione indigena non avevano difese immunitarie a queste malattie e quindi erano i più esposti. Molte famiglie perdettero i propri figli, ma le perdite degli Smyth furono davvero tantissime, anche in quel contesto.
Per molti anni William tornò a Traralgon a visitare la tomba della piccola Mary Ann, ma quando William morì, la tomba cadde in rovina. Nel 1914 un uomo del posto di nome William Mason ha generosamente donato i fondi per restaurare la tomba e il personale ferroviario locale si è reso disponibile a prendersene cura. E 'grazie a queste persone e a molte altre che la storia della piccola Mary Ann è arrivata sino a noi, e così adesso anche noi sappiamo che esiste una piccola tomba nascosta nel centro di Traralgon, fra le auto di un parcheggio.



Nessun commento:

Posta un commento