Raccolta di racconti "cimiteriali": questo blog nasce per raccontare le storie di chi non c'è più. Qualcuno dice che "una cosa vive finché vive l'ultima cosa che la ricorda": mi piace pensare che sia così... Ogni lapide, silenziosamente, ci racconta una storia: sta a noi saperla ascoltare...
venerdì 17 luglio 2015
18. Gina Cardamone
Chi entra nel Cimitero di Catanzaro,
non può fare a meno di notare la statua in marmo bianco che campeggia,
appena entrati, sulla destra, di una giovane e bella studentessa
diciassettenne, diplomanda in ragioneria: Gina Cardamone (1930 - 1947).
La fanciulla morì prematuramente per una malattia incurabile, lasciando
nel totale sconforto i genitori inconsolabili per la perdita. Il
monumento, già dalla sua ideazione, fu progettato in maniera tale che
potesse accogliere ai suoi piedi i loculi del padre (Fioramante
Cardamone 31.03.1900 - 02.12.1982) e della madre (Raffaela Loprete
28.05.1907 - 31.03.2000), divisi da un piccolo vialetto atto a
rappresentare la strada che restava loro da percorrere su questa terra
prima di poter raggiungere l'unica amata figliola. Sulla tomba infatti, i
genitori hanno scritto: "Con te, o figlia diletta, s'è spento
l'orgoglio dei tuoi. Sorretto dalla fede, vivificato dalla speranza,
vivrà l'affetto per te finchè i nostri cuori avranno un palpito e una
lagrima le nostre pupille". Da ciò che periodicamente viene raccontato
dai testimoni e, finché vissero, dai genitori stessi, pare che, nelle
notti invernali e piovose, una ragazza venga vista sul ciglio della
strada e che, gli automobilisti impietositi, le offrano un passaggio
fino alla di lei casa. Alla giovane, bagnata ed infreddolita, viene
spesso offerto un indumento da indossare (un giubbotto, un impermeabile,
una giacca) che le viene lasciato, volontariamente o dimenticandolo,
una volta riaccompagnata. La ragazza, se richiestole, dice il suo nome
di battesimo e rilascia qualche informazione sulla sua vita, poi,
arrivata a destinazione, scende ringraziando e scompare. Quando
l'automobilista di turno pensa di dover recuperare il suo indumento,
passa dall'abitazione della fanciulla, ma si sente immancabilmente
rispondere (dopo aver chiesto se Gina abita lì e descrive fisicamente la
ragazza): "Mi spiace. Non è possibile. Mia figlia è morta molto tempo
fa!". Quando all'incredulo viene detto che, se vuol verificare, la tomba
della ragazza si trova nel Cimitero di Catanzaro e che la sua statua
all'entrata è visibilissima, ogni volta che la persona va a controllare,
sistematicamente ritrova il suo indumento attaccato o poggiato sulla
statua di Gina. E' inutile specificare che, puntualmente, il volto della
ragazza viene riconosciuto dalla foto posta sulla tomba come quello
della fanciulla accompagnata a casa in una notte fredda e piovosa.
L'episodio si è ripetuto molte volte in questi anni ed ogni volta i
genitori di Gina si sono visti arrivare qualcuno a casa che chiedeva
della figlia. Non un modo per rinnovare il loro dolore ma, forse, il
modo di Gina per poter dire loro: "Ogni tanto faccio in modo che vi si
parli di me. Ho solo varcato la soglia di un mondo dal quale a volte
posso ritornare e nel quale vi attendo!". Da qualche anno non si sente
più parlare del fantasma di Gina, forse perché anche la madre, dopo il
padre, ormai l'ha raggiunta oltre la vita.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento