sabato 18 luglio 2015

132. Transi de René de Chalon

Scolpito da un allievo di Michelangelo, Ligier Richier, nel 1547, il "Transi de René de Chalon" si trova nella chiesa di Saint-Étienne a Bar-le-Duc, in Francia, sulla tomba di René de Chalon, principe d'Orange.
Il principe morì alla giovane età di 25 anni, durante l'assedio di Saint-Dizier nel 1544. Invece che commemorarlo con un classico monumento che lo raffigurasse nelle sue vesti eroiche, sua moglie chiese (forse rispettando la volontà di Renè stesso) che gli venisse dedicato una scultura particolare: uno scheletro a grandezza naturale con brandelli di pelle morta ancora attaccati alla gabbia toracica vuota. Lo scheletro ha il braccio sinistro teso verso l'alto e tiene in mano il proprio cuore.
Resa come un cadavere in decomposizione, con i muscoli a vista e i lembi di pelle appesi al corpo, la statua funge anche da reliquiario e una volta teneva effettivamente il cuore essiccato del principe, dentro un contenitore a forma di cuore, nella mano tesa.
Noto come "transi" (termine francese, da leggersi accentato), questo particolare tipo di scultura funeraria si diffuse, prima in Francia e poi in Europa, dal XIV al XVII secolo. Il corpo in decomposizione rappresentava la "transizione", il concetto di "polvere alla polvere": la carne è temporanea e noi tutti andremo nell'aldilà. Con il gusto del macabro tipico del tardo gotico, il transi è inteso come un vero e proprio memento mori, e agisce non soltanto come crudele simbolo della vanità dell’esistenza ma anche come vero e proprio strumento di conversione: non a caso la maggioranza di queste sculture sono ubicate all’interno delle chiese, a servire da contemplazione e ammonimento.
Il transi marca una rottura importante nell’iconografia nel Medioevo, ed è un curioso indizio di come è cambiata la visione della morte attraverso il tempo. Nato in un secolo in cui guerra, carestia e peste avevano falcidiato la metà della popolazione, propone una rappresentazione realistica e senza sconti della caducità del corpo umano. Eppure, si tratta pur sempre di una effigie sacra, che sottintende un momento di passaggio da una realtà a quella successiva, e che va inteso come strumento di meditazione e preghiera. Se violenza c’è, in questa raffigurazione, non è nei confronti del defunto ma verso i vivi che contemplano la scena, per scuotere le coscienze e ricordare che la stessa sorte attende i poveri derelitti, così come i ricchi e i potenti.
il "Transi de René de Chalon" è una delle più macabre e meglio riuscite delle statue di questo tipo in tutto il mondo. Purtroppo, la scultura non contiene più il cuore di Chalon, che si ritiene sia stato rubato durante la Rivoluzione Francese.



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